Cari lettori e amici,
mi scuso in anticipo per i toni polemici e per questo post diverso dal solito! Ci sono giorni in cui certi ricordi riaffiorano alla mente con più dolore, specie se certe situazioni vengono trattate senza rispetto da parte della stampa, ed allora si ha il bisogno di scrivere, ed in questo caso di condividere con altri, i propri pensieri!
Lo chiamerò il "post del ricordo" perché come disse il grande Levi nei "Sommersi e i salvati", la memoria umana è uno strumento meraviglioso ma, ahimè, fallace. Per questo credo sia fondamentale non obliare mai, specialmente a soli 7 mesi di distanza, quello che accadde il "famoso", e aggiungerei terribile, 18 Novembre 2013.
Molti giornali locali on-line , fanno riferimento al fatto che ormai non c'è più mobilitazione da parte della popolazione nel ricordo di quel giorno maledetto che ha piegato diverse aree della Sardegna ed in modo particolare la mia amata città. Un articoletto sterile, di poche righe, di quelli che vengono scritti per coscienza giusto per dire "abbiamo fatto il nostro dovere, dateci il clic per la visualizzazione", ma senza una seria riflessione a riguardo. Credo che gli stessi giornalisti, olbiesi anche loro, sappiano in cuor loro che nessuno può aver scordato quel giorno.
Sono sicura che nel cuore di ognuno di noi la paura e il dolore sono nascosti in qualche cassetto segreto che si ha timore di aprire.
Non basta ricordare da soli, in se stessi e con se stessi, perché bisogna continuare parlare di quell'alluvione e dei suoi danni affinché non si ricada nello stesso errore. Cerchiamo di evitare chi davanti alla colpa altrui, o alla propria, volge le spalle, così da non vederla e non sentirsene toccato: assumiamoci insieme la responsabilità di parlare ogni giorno di quello che è accaduto. Nulla è più forte del ricordo per evitare che un dato evento si ripeta, per continuare a sensibilizzare la politica locale, regionale e nazionale che ha fatto ben poco per la nostra terra.
E' in questi momenti, che sono ancora più orgogliosa del lavoro svolto, grazie alle opere di altri quindici autori, in questi sette mesi per creare un'opera la cui vendita è finalizzata al bene della collettività che ha perso tutto, ma che nel suo significato profondo ha il compito (per me quasi dovere) di ricordare cosa abbiamo dovuto subire noi "salvati" per e nel ricordo di coloro che sono stati "sommersi" dal fango. E per "sommersi" non mi riferisco esclusivamente alle vere vittime del menefreghismo umano, ma anche a coloro che hanno dovuto subire il lutto, coloro che hanno dovuto subire la paura di non poter rivedere i propri cari, coloro che hanno aiutato il prossimo nonostante avessero perso tutto.
Ecco che da quella disgrazia, quasi per ricordarci che "dal letame nascono i fiori", un noto ente ci contatta per la presentazione della nostra antologia al fine di raccogliere più denaro possibile per la Caritas di Olbia che si occupa degli alluvionati.
Ma di questo i giornali non parlano... è sempre meglio sottolineare gli aspetti negativi... fanno più audience... e clic.
Maria Antonietta Azara
mercoledì 18 giugno 2014
sabato 14 giugno 2014
POST TAG: Cosa c'è nella mia borsa?? What's in my bag???
POST TAG
Post sicuramente alternativo per il mio blog dedicato principalmente al tema letterario e culinario, ma ci tenevo a farlo dal momento che molti molti video su youtube riprendono questo tag molto carino!
I miei must dell'estate:
Post sicuramente alternativo per il mio blog dedicato principalmente al tema letterario e culinario, ma ci tenevo a farlo dal momento che molti molti video su youtube riprendono questo tag molto carino!
Parto dal presupposto che il contenuto della mia borsa cambia in base al luogo in cui mi reco e alle ore fuori casa.
Vediamo ora cosa c'è dentro!
Ecco il contenuto della mia pochette Alviero Martini:
- SALVIETTINE FRIA MILLEUSI
- FAZZOLETTINI TEMPO
- IGIENIZZANTE MANI SANGEN
- BLUSH COLLISTAR N°4 CONFETTO
- ROSSETTO NUDE LANCOME
- PENNELLINO LABBRA
- EYELINER IN PENNA WJCON
- CORRETTORE LIQUIDO
I miei must dell'estate:
- OCCHIALI DA SOLE RAYBAN
Maria Antonietta Azara
giovedì 22 maggio 2014
La nuova saga "Twilight" di Amazon... "Storie di transienda" di Maria Thea Chiodino
Intervista a Maria Thea Chiodino autrice dell'ebook "Eredi"
*Clicca qui per leggere la recensione di "Eredi"
*Clicca qui per scaricare l'ebook "Eredi"
*Clicca qui per diventare fun della pagina autore di Maria Thea Chiodino
1) "Eredi" è il titolo del racconto mentre "Storie di transienda" è il nome della saga. Perchè questi titoli? Cosa rapprensentano?
La scelta del titolo "Eredi" è stata spontanea perché le protagoniste scoprono di portare, ognuna in modo di verso, dentro si sé, un’eredità importante da tempi antichi. Passato un po’ di tempo avevo voglia di modificare questo titolo. Poi, rileggendo il tutto, mi sono convinta che fosse quello più adatto.
La scelta del nome della saga, “Storie di Transienda”, è stata più difficile perché non sapevo come accomunare le storie che sarebbero seguite ad Eredi. Ho pensato a titoli come "Cronicles of…" "Storie dall’infinito.." "Racconti del sogno…" ecc. finchè leggendo ancora e ancora il racconto, ho capito quale fosse il filo conduttore. Come ho spiegato nel racconto, infatti, "transienda" porta il significato di “passaggio” “passare attraverso” e in effetti tutti i racconti della saga, sono dei sogni che io ho fatto di notte... a volte anche più di uno. Come io dico sempre “non sono io a scrivere la storia ma è la storia che si fa scrivere da me”, perciò passando attraverso di me, usando i miei sogni come un passaggio, queste storie si vogliono raccontate. Inoltre ero fissata che nei titoli volevo le parola storia e racconto e ho concluso che “Storie di Transienda” e “Racconto n…” fosse la soluzione migliore. Inizialmente non avevo pensato che il termine “transienda” potesse andare oltre il racconto di Eredi. E invece mi sono trovata a dare alla saga il nome di questo termine e quasi mi sembra di rendere omaggio alla mia regione, la Sardegna.
2) Come nasce "Eredi"?
Come dicevo prima, ogni racconto mi è "arrivato" tramite un sogno, a volte i sogni sono lunghi, per cui io devo inventare piccole parti, altre volte sono scene rapide ma che lasciano un forte segno. Il sogno raccontato in "Eredi" e avvenuto chissà quando (sono passati anni da uno all’altro), le scene erano ambientate in una scuola con tre amiche molto unite e in un negozio con tanti oggettini carini. In realtà, però, Eredi è il racconto n.1 ma i personaggi principali sono nati in un’altra storia che arriverà più avanti.
3) Il significato della copertina?
Immaginare la copertina non è stato semplice. All’inizio volevo qualcosa di più complicato, ma poi ho pensato che un semplice falò, quale simbolo di "transienda", e gli occhi blu che compaiono spesso nella storia, sarebbero stati più immediati e significativi.
4) Il romanzo è ambientato in America. Sembra scritto da un'autrice anglosassone per la capacità che possiedi nel desccrivere situazioni e luoghi con grandi precisione
Ringrazio molto i Mondadori Junior, letti soprattutto in adolescenza. In modo particolare sono debitrice di Christopher Pike, un autore che adoro, dove nei suoi libri, le descrizioni di luoghi, abitudini e personaggi. sono fantastici. Inoltre non sottovaluto l’influenza delle serie tv. Ciò che mi preme però sottolineare, e cosa di cui ho avvertito sempre i miei lettori più vicini, è che da un romanzo all’altro io cambio stile; ripeto “non sono io a scrivere la storia ma è la storia che si fa scrivere da me” perciò è normale che lo stile si differenzi di volta in volta, adeguandosi alla storia, alla trama, all’ambientazione. Avevo avvertito anche te, Maria Antonietta, di non aspettarti un altro “Vivere”.
5) Altea e la sua casa vittoriana: perchè questa casa è così importante nel romanzo?
Questo forse si capirà in un racconto che pubblicherò più avanti, forse terzo o quarto… devo ancora decidere… ma dato che Althea è una parte di me, non solo per l’associazione del nome, mi piace pensare ad una donna potente che potrebbe avere ville e castelli ovunque ma che preferirebbe sempre e comunque, vivere nella sua casetta. Un luogo a cui appartenere. Come me che aspiro al mio nido da tanto e ancora è lontano...
Inoltre ho sempre adorato le case vittoriane. Avevo anche una bambola in quello stile ma si è rotta. Mi piacciono gli arredi vittoriani, le camere patronali, quelle dei bambini, gli studi con i mobili scuri e i caminetti. In ogni personaggio c’è qualcosa di me, e in Althea ho donato la casa.
6) Altea è il filo conduttore che lega tutti i racconti di "Storie di transienda" chi è? Qualche anticipazione su ciò che scopriremo prossimamente?
Cosa posso dire che non sveli troppo? Althea è complicata, difficilmente prevedibile ma allo stesso tempo tutti la temono perché si aspettano le sue reazioni punitive. Althea è il filo conduttore ma in realtà appare ogni volta come la coprotagonista: in rilievo ci sono sempre altre donne. Anthea è antica, ha vissuto un tempo incalcolabile (non mi sono messa a contare i secoli), anche lei ha conosciuto il dolore, la perdita, e a suo tempo anche l’essere considerata un essere abominevole, ma data la sua personalità, la cosa l’ha sfiorata appena. Ha combattuto anche come guerriera, ha aiutato nel fondare i clan e trovare un capo che li unisse tutti.
7) Streghe e vampiri: perché l'esigenza di raccontare questi due "mondi"?
Io mi sono sempre vista come una strega, non una strega buona ma nemmeno la megera con il cappello a punta e il naso adunco. Una strega libera di esercitare il proprio potere a mia discrezione e questo Althea lo riflette bene: anche il nome l’ho scelto come mia nemesi. Le streghe le ho viste sempre più umane di una fata o di un elfo, con poteri si. ma con le stesse tentazioni, desideri, voglie e debolezze delle donne umane. I vampiri sono arrivati quasi da soli, soprattutto perché li ho indicati nel primo racconto che ho scritto e poi era doveroso che arrivassero in "Eredi"… inoltre avevo già in mente di dedicare una storia (sempre per un sogno fatto) al Supremo dei vampiri. E anche per i vampiri volevo eliminare la tradizione del vampiro cattivo, dannato e tenebroso. I racconti di Twilight li ho letti dopo, non c’è stato nessun riferimento.
8) Le protagoniste sono tre adolescenti liceali con poteri speciali che si ritrovano a dover gestire in maniera più responsabile
Torno al discorso della strega che è libera di usare i suoi poteri come meglio crede, o come la sua coscienza le detta. In principio (mi ripeto) le tre protagoniste, le ho raccontate già adulte, ma poi ho pensato “e perché non usare le stesse persone per quel sogno sulla scuola e il negozio strano?” . Senza accorgermene ho descritto tre ragazze completamente diverse ma in definitiva sono ognuna una parte di Althea:
- Robin è il suo lato aggressivo.
9) Quanti racconti prevede la saga?
Se tutto andrà bene, saranno nove, ma ho il dubbio per uno che potrebbe accorparsi con un altro... sto ancora decidendo. Alcuni sono piccolini, altri simili a "Eredi" o qualche cosa di più.
10) Anticipazioni sul prossimo racconto?
Posso dirti che si tratta di una storia che vede le tre amiche adulte impegnate ad affrontare una situazione delicata e una scelta difficile. Vuoi sapere il titolo? In anteprima ve lo anticipo:"La scelta di un padre".
Maria Antonietta Azara
*Clicca qui per leggere la recensione di "Eredi"
*Clicca qui per scaricare l'ebook "Eredi"
*Clicca qui per diventare fun della pagina autore di Maria Thea Chiodino
1) "Eredi" è il titolo del racconto mentre "Storie di transienda" è il nome della saga. Perchè questi titoli? Cosa rapprensentano?
La scelta del titolo "Eredi" è stata spontanea perché le protagoniste scoprono di portare, ognuna in modo di verso, dentro si sé, un’eredità importante da tempi antichi. Passato un po’ di tempo avevo voglia di modificare questo titolo. Poi, rileggendo il tutto, mi sono convinta che fosse quello più adatto.
La scelta del nome della saga, “Storie di Transienda”, è stata più difficile perché non sapevo come accomunare le storie che sarebbero seguite ad Eredi. Ho pensato a titoli come "Cronicles of…" "Storie dall’infinito.." "Racconti del sogno…" ecc. finchè leggendo ancora e ancora il racconto, ho capito quale fosse il filo conduttore. Come ho spiegato nel racconto, infatti, "transienda" porta il significato di “passaggio” “passare attraverso” e in effetti tutti i racconti della saga, sono dei sogni che io ho fatto di notte... a volte anche più di uno. Come io dico sempre “non sono io a scrivere la storia ma è la storia che si fa scrivere da me”, perciò passando attraverso di me, usando i miei sogni come un passaggio, queste storie si vogliono raccontate. Inoltre ero fissata che nei titoli volevo le parola storia e racconto e ho concluso che “Storie di Transienda” e “Racconto n…” fosse la soluzione migliore. Inizialmente non avevo pensato che il termine “transienda” potesse andare oltre il racconto di Eredi. E invece mi sono trovata a dare alla saga il nome di questo termine e quasi mi sembra di rendere omaggio alla mia regione, la Sardegna.
2) Come nasce "Eredi"?
Come dicevo prima, ogni racconto mi è "arrivato" tramite un sogno, a volte i sogni sono lunghi, per cui io devo inventare piccole parti, altre volte sono scene rapide ma che lasciano un forte segno. Il sogno raccontato in "Eredi" e avvenuto chissà quando (sono passati anni da uno all’altro), le scene erano ambientate in una scuola con tre amiche molto unite e in un negozio con tanti oggettini carini. In realtà, però, Eredi è il racconto n.1 ma i personaggi principali sono nati in un’altra storia che arriverà più avanti.
3) Il significato della copertina?
Immaginare la copertina non è stato semplice. All’inizio volevo qualcosa di più complicato, ma poi ho pensato che un semplice falò, quale simbolo di "transienda", e gli occhi blu che compaiono spesso nella storia, sarebbero stati più immediati e significativi.
4) Il romanzo è ambientato in America. Sembra scritto da un'autrice anglosassone per la capacità che possiedi nel desccrivere situazioni e luoghi con grandi precisione
Ringrazio molto i Mondadori Junior, letti soprattutto in adolescenza. In modo particolare sono debitrice di Christopher Pike, un autore che adoro, dove nei suoi libri, le descrizioni di luoghi, abitudini e personaggi. sono fantastici. Inoltre non sottovaluto l’influenza delle serie tv. Ciò che mi preme però sottolineare, e cosa di cui ho avvertito sempre i miei lettori più vicini, è che da un romanzo all’altro io cambio stile; ripeto “non sono io a scrivere la storia ma è la storia che si fa scrivere da me” perciò è normale che lo stile si differenzi di volta in volta, adeguandosi alla storia, alla trama, all’ambientazione. Avevo avvertito anche te, Maria Antonietta, di non aspettarti un altro “Vivere”.
5) Altea e la sua casa vittoriana: perchè questa casa è così importante nel romanzo?
Questo forse si capirà in un racconto che pubblicherò più avanti, forse terzo o quarto… devo ancora decidere… ma dato che Althea è una parte di me, non solo per l’associazione del nome, mi piace pensare ad una donna potente che potrebbe avere ville e castelli ovunque ma che preferirebbe sempre e comunque, vivere nella sua casetta. Un luogo a cui appartenere. Come me che aspiro al mio nido da tanto e ancora è lontano...
Inoltre ho sempre adorato le case vittoriane. Avevo anche una bambola in quello stile ma si è rotta. Mi piacciono gli arredi vittoriani, le camere patronali, quelle dei bambini, gli studi con i mobili scuri e i caminetti. In ogni personaggio c’è qualcosa di me, e in Althea ho donato la casa.
6) Altea è il filo conduttore che lega tutti i racconti di "Storie di transienda" chi è? Qualche anticipazione su ciò che scopriremo prossimamente?
Cosa posso dire che non sveli troppo? Althea è complicata, difficilmente prevedibile ma allo stesso tempo tutti la temono perché si aspettano le sue reazioni punitive. Althea è il filo conduttore ma in realtà appare ogni volta come la coprotagonista: in rilievo ci sono sempre altre donne. Anthea è antica, ha vissuto un tempo incalcolabile (non mi sono messa a contare i secoli), anche lei ha conosciuto il dolore, la perdita, e a suo tempo anche l’essere considerata un essere abominevole, ma data la sua personalità, la cosa l’ha sfiorata appena. Ha combattuto anche come guerriera, ha aiutato nel fondare i clan e trovare un capo che li unisse tutti.
7) Streghe e vampiri: perché l'esigenza di raccontare questi due "mondi"?
Io mi sono sempre vista come una strega, non una strega buona ma nemmeno la megera con il cappello a punta e il naso adunco. Una strega libera di esercitare il proprio potere a mia discrezione e questo Althea lo riflette bene: anche il nome l’ho scelto come mia nemesi. Le streghe le ho viste sempre più umane di una fata o di un elfo, con poteri si. ma con le stesse tentazioni, desideri, voglie e debolezze delle donne umane. I vampiri sono arrivati quasi da soli, soprattutto perché li ho indicati nel primo racconto che ho scritto e poi era doveroso che arrivassero in "Eredi"… inoltre avevo già in mente di dedicare una storia (sempre per un sogno fatto) al Supremo dei vampiri. E anche per i vampiri volevo eliminare la tradizione del vampiro cattivo, dannato e tenebroso. I racconti di Twilight li ho letti dopo, non c’è stato nessun riferimento.
8) Le protagoniste sono tre adolescenti liceali con poteri speciali che si ritrovano a dover gestire in maniera più responsabile
Torno al discorso della strega che è libera di usare i suoi poteri come meglio crede, o come la sua coscienza le detta. In principio (mi ripeto) le tre protagoniste, le ho raccontate già adulte, ma poi ho pensato “e perché non usare le stesse persone per quel sogno sulla scuola e il negozio strano?” . Senza accorgermene ho descritto tre ragazze completamente diverse ma in definitiva sono ognuna una parte di Althea:
- Shirley è il lato
materno, con tutte le sue sfaccettature: amore, determinazione,
protezione, comando e risolutezza.
- Tara è la sua parte
più sensibile- Robin è il suo lato aggressivo.
9) Quanti racconti prevede la saga?
Se tutto andrà bene, saranno nove, ma ho il dubbio per uno che potrebbe accorparsi con un altro... sto ancora decidendo. Alcuni sono piccolini, altri simili a "Eredi" o qualche cosa di più.
10) Anticipazioni sul prossimo racconto?
Posso dirti che si tratta di una storia che vede le tre amiche adulte impegnate ad affrontare una situazione delicata e una scelta difficile. Vuoi sapere il titolo? In anteprima ve lo anticipo:"La scelta di un padre".
Maria Antonietta Azara
lunedì 31 marzo 2014
Instaweek... Spring in Porto Cervo
Spring in Porto Cervo
Carissimi amici,
ecco un post fotografico che ritrae alcuni luoghi e momenti del mio week end a Porto Cervo!
Finalmente, dopo diversi mesi, di lavoro e studio, sono riuscita a ritagliarmi un fine settimana di totale relax raggiungendo la mia famiglia nella nostra casa estiva.
Ecco che, dopo pranzo, come sempre da piccolina, abbiamo deciso di fare una passeggiata sotto il sole di fine Marzo. La bellezza della natura e dei suoi colori mi ha spinto a fare qualche foto che ho deciso di condividere con voi!

Vi lascio con questa foto semplice ma poliedricamente ricca di significati, che intitolerei "L'incontro". Spero che questo post "alternativo" vi sia piaciuto, nel caso fosse così, condividetelo.
Buon inizio settimana!
Maria Antonietta Azara
domenica 23 marzo 2014
Tiramisù
Ingredienti
- 400 g di pavesini
- 6 uova
- caffè (q.b per bagnare i pavesini)
- 120 g di zucchero
- Cacao in polvere per spolverizzare il tutto
Procedimento
Dividete gli albumi dai tuorli, aggiungete ai tuorli metà dello zucchero e montate con uno sbattitore elettrico dotato di fruste fino ad ottenere un bel composto chiaro, spumoso e cremoso.
Aggiungete il mascarpone al composto di tuorli, quindi occupatevi degli albumi: montateli, aiutandovi con uno sbattitore elettrico, e quando saranno semimontati aggiungete l'altra metà dello zucchero a pioggia e continuate a montare finchè non saranno a neve ben ferma. Una volta che gli albumi saranno montati alla perfezione aggiungeteli al composto di tuorli, zucchero e mascarpone. Fate questa operazione delicatamente, mescolando dal basso verso l'alto, con un cucchiaio in modo da non smontare gli albumi.
Ora disponetene sul fondo di ogni coppetta, oppure in un'unica teglia, passate i pavesini nel caffè facendo attenzione a non inzupparli troppo, quindi sistemateli nel piattino o coppetta tagliandoli, in questo caso, secondo la forma del contenitore.
Io ho seciso di ricreare un mini tiramisù in ogni piattino per i miei ospiti!
Buon appetito!
Maria Antonietta Azara
Iscriviti a:
Post (Atom)