mercoledì 1 agosto 2012

Recensione del libro "Vivere" di Maria Thea Chiodino

    Un libro che segna la differenza tra il sopravvivere e il VIVERE

Quando qualche mese fa aprii il mio blog vi promisi una recensione del libro "Vivere"della mia amica, nonchè collega della rassegna letteraria "Una notte nell'isola che c'è" Maria Thea Chiodino.
E pensare che "galeotto" fu il libro per far iniziare una conoscenza tra me e lei che nel giro di pochi mesi si trasformò in una vera e propria collaborazione per la realizzazione del nostro sogno comune: quello di organizzare e dar vita ad una rassegna culturale.

"Vivere" nasce  in un periodo particolare dell'autrice, un periodo in cui la monotonia e il bisogno di lavorare 14 ore al giorno per poter condurre una vita normale e dignitosa inizia a pesare e inizia a distruggere affetti e passioni fino a quando uno decide di dire basta per riprendersi la propria vita!!!

Lessi il libro tutto d'un fiato: lo iniziai alle 22:00 e lo finii alle 01:00 di notte perchè dovevo sapere come andava a finire.

Bando alle ciance ed iniziamo!!!

Il romanzo si svolge in un'ipotetica città all'indomani di una guerra chimica. Le protagoniste sono due ragazze: Dana ed Eva i cui destini sono incrociati sin dalla nascita!!! Sono simili nella vita difficile che si trovano ad affrontare e sono diverse nel modo che hanno di approcciarsi ad essa!!!
Dana è una energica pony express che effettua le consegne su una bici sgangherata, ha un carattere molto forte e per certi aspetti duro. Cerca con tutta se stessa di non legarsi al passato perchè in questo modo è convinta che sia più facile andare avanti. Respinge con forza qualsiasi contatto e legame con il prossimo impedendosi, inconsciamente, di creare un futuro per se stessa. Maria Thea paragona Dana al viaggiatore che davanti ad un albero caduto sulla propria strada sceglie di scavalcarlo e di proseguire, come diceva Zeno Cosini ne “La Coscienza di Zeno”: “Non indugiare nell'immobilità, agisci”.
Completamente diversa è Eva, che entra nel romanzo con timidezza, a piccoli passi, proprio com'è tipico del suo carattere e del suo personaggio.
Eva è una ragazza chiusa in se stessa, che rimane sola con il suo dolore e i  suoi ricordi, decisa a chiudere il mondo fuori dalla porta di casa, cullandosi la notte con i ricordi del suo passato ed attaccandosi ad essi come se fossero l'unica fonte di sopravvivenza. Eva è il viaggiatore che davanti all'albero caduto sul proprio percorso si ferma, indecisa se aggirarlo o tornare indietro.
Entrambe non rimuovono l'albero caduto, ma vi si approcciano diversamente.
Dana è forte e sola. Eva è nostalgica e isolata.
Vivono in un mondo in cui vivere dopo una mutazione è possibile e dimostrano come si possa sopravvivere con il dolore di una vita perduta e dopo un'amore perduto. Loro trasformano il sopravvivere in vivere e sarà proprio l'elemento che ha distrutto le loro vite, che ovviamente scoprirete con la lettura, a fornire l'arma che permetterà loro di ricominciare, accettando il rapporto e il confronto con gli altri.
Vivere vuol dire:
Uscire fuori dalla routine di tutti i giorni.
Uscire dall'egocentrismo e ricordare che il rapporto con il prossimo  và affrontato, anche con la consapevolezza delle sofferenze che può provocare.
Vivere è assaporare la bellezza della natura, il semplice moto di una nuvola, lo schiudersi di un fiore.

Questo e tanto altro vi aspettano in questo libro: io ve lo consiglio!!!


                                                                                                                Un bacio
                                                                                               Maria Antonietta

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